Arya Nagarjuna
Nagàrjuna e Asanga sono riconosciuti come i due grandi pionieri della tradizione mahayana. Il primo ricevette da Manjushri gli insegnamenti del lignaggio della visione profonda, mentre il secondo gli insegnamenti del lignaggio delle vaste pratiche dei bodhisattva da Maitreya.
Nagàrjuna nacque in una famiglia di bramini tra la fine del I e l’inizio del II secolo d.C, nel Vidarbha (India del Sud), un regno che si trova nell’attuale Maharashtra e Andhra Pradesh, e ciò era stato predetto in vari sutra, come nel Sutra della Discesa a Lanka (sanscrito: Lankavatarasutra).
Secondo una tradizione, nacque sotto un albero di terminalia arjuna, cosa a cui si deve la seconda parte del suo nome, Arjuna, mentre la prima parte, Naga, ricorda il suo viaggio su invito nel regno dei naga, collocato nella profondità dell’oceano. Lì gli furono consegnati i Sutra sulla Prajnaparamita, affidati ai naga fin dai tempi di Buddha Shakyamuni.
Nella prestigiosa Università monastica del Nalanda, Nagàrjuna studiò i sutra e i tantra (in particolare il Tantra di Guhyasamaja) con Ratnamati e con Saraha.
Inoltre apprese la scienza alchimistica da un bramino, arrivando a poter trasmutare il ferro in oro . E si racconta che usando questa capacità sia stato in grado di nutrire i monaci del Nalanda durante un periodo di carestia.
Secondo Frank John Ninivaggi, Nagàrjuna è stato anche un medico ayurveda. Aggiornò infatti il trattato medico sanscrito Sushruta Samhita (composto nel 6° sec. a.C.) con molti nuovi contributi, quali le descrizioni del sistema circolatorio e della struttura ematica e un lavoro pionieristico sul valore terapeutico di trattamenti speciali con i minerali. Ciò gli ha valso il titolo di ‘padre della chimica medica’.
Nagàrjuna divenne anche abate del Nalanda, ed era famoso per il suo rigore e la sua profonda conoscenza; per esempio espulse ottomila monaci che non osservavano correttamente le regole monastiche della disciplina del Vinaya, e fu in grado di sconfiggere nel dibattito ben cinquecento sapienti non-buddisti.